CREDO FERMAMENTE CHE IL FUTURO DELLA FOTOGRAFIA NON SIA LA FOTOGRAFIA.
Mi spiego meglio.
Andando avanti, effettuando ricerche, interagendo con altre figure, sempre più la fotografia si sta staccando dal concetto di immagine, di contenuto, di segno. Va sempre più verso la contaminazione, il linguaggio, ma soprattutto il supporto.
Ci rendiamo conto di questa disamina se non guardiamo solo ai classici, a quegli autori che hanno fatto la storia e che ci lasciano documenti indispensabili per sapere da dove veniamo, e da dove viene la fotografi, ma se contemporaneamente guardiamo CON ATTENZIONE a tutti quegli autori che utilizzano la fotografia, oggi, per farci avanzare nel tempo, progredendo così come il progresso tecnologico e sociale ci porta avanti.
La maggior parte di questi ultimi si lascia contaminare da altre forme espressive e la fotografia diventa un mezzo non solo per documentare, ma per portare all’attenzione storie con le quali riflettere.
Sempre più artisti, che siano di arti figurate oppure di installazioni complesse, si affidano alla fotografia per esprimere i propri concetti e supportare il proprio linguaggio con l’utilizzo della fotografia.
Queste considerazioni potevano essere fatte osservando, come ultimo esempio temporalmente apparso, l’installazione di Jacqueline Hassink, (iPortrait) parte della mostra PENDULUM installata al MAST di Bologna.
L’utilizzo dei media collegati quali video, dati insight, statistiche, informazioni di ricerca, audio e tutto quanto ha potuto contribuire a realizzare il progetto, hanno reso l’autrice una poliedrica presenza nell’arte, dove non ci si ferma più al concetto di immagine, di contenuto e di rapporto con il fruitore.
L’autore diventa un veicolo di pensiero e di studio, auto studio e divulgazione.
Pensieri che cempre più non hanno bisogno solo di essere visti, ma osservati, approfonditi, nonché digeriti, in una società contemporanea dove pian piano ci stiamo dissociando dallo studio e dall’approfondimento.
L’installazione video multicanale iPortrait cerca di portare l’attenzione degli spettatori sulla sorprendente quantità di tempo trascorso online dai 49 milioni di pendolari che quotidianamente popolano le metropolitane di New York, Shanghai, Londra, Parigi, Seoul e Tokyo.
Si può sostenere che non c’è molto altro da fare in questi spostamenti (a breve e medio termine) e la fotografa Jacqueline Hassink lo ha documentato con il suo iPhone. Ma vedere l’effetto di riflesso di una così ampia disconnessione dalla vita reale ingrandita e sbattuta in faccia al fruitore, evoca un certo disagio del nostro consumo digitale quotidiano.
(l’immagine di copertina è realizzata da Cristina Villani per MAST)