COME PRESENTARSI E PRESENTARE UN LAVORO


Cienfuegos – Scuola di scacchi – Angelo Ferrillo

Spesso mi chiedono consigli su quale sia il modo migliore per presentare i propri lavori a selezionatori e photo editor e, troppo spesso, leggo status o post di addetti ai lavori che (giustamente) si lamentano per la mancanza di conoscenza e professionalità dei fotografi (e non) che si propongono.
Queste sono le motivazioni che hanno alimentato la scrittura di questo post.
Siamo agli inizi dell’anno nuovo: cerchiamo di renderlo lavorativamente produttivo, per me e per voi!

Come si propongono i propri lavori fotografici?
Come ci si presenta?

Anche se non esitono “regole scritte” esite il buonsenso e alcune dinamiche che un professionista dovrebbe sapere, vorrei fornirvi piccole indicazioni che possono accendere lampadine. Non si tratta delle leggi delle duodecim tabulae, ma solo di quelle piccole cose dettate dall’esperienza e messe a disposizione per migliorare.
Inizierei quindi a fare un breve prontuario, step by step, in modo da farlo arrivare nel modo più veloce possibile e per farlo ricordare agevolmente.

Corpo della mail
I professionisti  del settore sono impegnati e, difficilmente, si metteranno a leggere testi lunghi e complessi, quindi essere sintetici e precisi aiuta tantissimo a ricevere risposte (anche se, devo ammettere, molte volte anche se tutto è perfetto, l’educazione di alcuni personaggi lascia a desiderare e le risposte si lasciano attendere per secoli).

Inizierei dall’oggetto della mail.
Un oggetto breve e conciso, che sia lungo massimo una riga, viene visuliazzato in anteprima dal browser. Questo aiuta ad essere individuati velocemente e capire se il lavoro presentato può interessare.
E’ opportuno che nell’oggetto dell’e-mail sia indicato l’oggetto del lavoro, poi il tipo di rapporto e magari inserire anche un “attesa di riscontro”. Esempio:

Oggetto: PROGETTO X – INVIO SU RICHIESTA – ATTESA FEEDBACK

Questo è un esempio di oggetto che vi qualifica molto velocemente e fa arrivare nell’immediato il contenuto che state proponendo, decisamente più funzionale rispetto a oggetti mail da 20 righe, con biografia e contatti.. sembra fantascienza, ma ho visto cose che voi umani non potete immaginare!

Dopo l’oggetto c’è il corpo della mail.
Anche questo molto breve, coinciso e senza tergiversare (“no, perché qui volevo trasmettere… si è vero che è stato già fatto, ma sai… cosa ne pensi… bla bla bla…”).
Statisticamente un uomo, ma in questo caso parliamo di editor (o curatore) perde l’attenzione per quello che scrivete dopo le prime due righe. Quindi evitate di  arrivate oltre le 5 righe e concentrate lo stretto indispensabile nelle prime 2 (quelle che vengono visualizzate in anteprima sembre dal nostro famoso browser).
In queste 5 righe vi state giocando la risposta.
Indicate il perché li avete contattati (aumenta l’attenzione) specialmente se espressamente richiesto ad un incontro, lettura portfolio etc (“bello questo lavoro, interessante, mandamelo via mail…”).
Un esempio di corpo di testo valido potrebbe essere il seguente:

Ciao X, sono Y, ci siamo visti a Z e mi hai chiesto di inviarti via mail il lavoro.
Ti allego il pdf con una selezione di N fotografie ed un testo che te lo introduce. Mi piacerebbe avere un feedback da parte tua ed eventualmente se di tuo interesse.
Nel caso servisse altro o volessimo vederci sono a disposizione.
In attesa ti saluto e ti auguro buon lavoro.
Angelo

Come potete vedere c’è tutto quello che serve per essere individuati. La sofferenza del fotografo per realizzare un lavoro ed eventuali problematiche avute non aiutano e non servono. Non parlando poi delle difficoltà incontrate per scattare una foto.
Se siete fotografi ed interagite con persone del settore, non fate in modo che possano percepire dal vostro scritto che siete gli unici al mondo a fare fotografia. Capita spesso di percepirlo, anche se non scritto direttamente. Tra le righe si legge molto più di quello che pensate.

File allegati
I lavori fotografici non vanno inviati integralmente (a meno ché solo una porzione non ne faccia capire le potenzialità, ma la vedo veramente rarissima come circostanza) specialmente se inviati a mezzo mail.

Ciò che aiuta nel presentare un lavoro è  ridurre al minimo indispensabile il peso fisico del file (o della carta se spedite fisicamente).
Una selezione di massimo 10 immagini, con un testo che ne descrive il contenuto che non superi i 500/600 caratteri (spazi compresi) introdotto in un file facilmente apribile anche via smartphone o altro device.

L’invio dei file può avvenire in due modi:
File singoli, ma OBBLIGATORIAMENTE inviati in una cartella zippata. NO allegati sciolti nel corpo della mail.
File PDF impaginato con la cartella di spiegazione, le foto in ordine esatto e poi alla fine i contatti

Ricordatevi che file enormi bloccano account di posta, anche se supportati, e, come potrete immaginare, questo fa leggermente indispettire chi li riceve. Specialmente se con quella mail ci lavora.
Inoltre, mandare file in alta risoluzione non vi fa sembrare più bravi, anzi, vi fa sembrare meno professionali. Mancate di conoscenza di come si comunica.
Ora però non inviate francobolli allegati alle mail solo perché qualcuno vi ha fatto notare che non è il caso di mandare lavori completi e in alta risoluzione pronti per essere utilizzati in ogni dove!

I file se singoli vanno compilati con i dati IPTC, in modo da renderli recuperabili in un archivio e anche riconoscibili se fatti girare senza il vostro permesso (qui mi affido anche ad un aricolo scritto in precedenza dove tratto l’argomento. QUI!).

Ricordatevi di dare anche un giosto nome ai file. Non mandate in giro nomenclature che non fanno risalire al vostro lavoro e soprattutto all’ordine esatto della sequenza.
Chi riceve i vostri file non ha il vostro metodo di archiviazione e questo non fa di voi persone che hanno le idee chiare.
Il modo migliore per nominare i propri file è quello di dare prima il titolo del progetto, poi il proprio nome e in ultimo la sequenza cifrata, in 3 cifre (questo per evitare che quando vengono messe in rdine possano spostarsi le posizioni).
Esempio di un nome file corretto è:

PROJECT_ANGELO_FERRILLO_oo1.JPG

Fate in modo che il lavoro inviato sia quello definitivo (almeno il più possibile definitivo) e non dover poi “ah aspetta, no, questo è quello che ho salvato ieri sera, ora il lavoro è questo!”

Regole del buon senso e  dell’educazione
Un professionista lo si vede anche nel modo di essere professionale, che non si limita solo al saper fare una fotografia. E uno scambio tra professionisti, anche se non nell’immediato, genera sicuramente un flusso positivo che prima o poi li fa reincontrare.
I rapporti interpersonali, l’educazione di base e il giusto modo di porsi sono importanti almeno quanto il proprio lavoro, ricordatevelo sempre.

Datevi del tu!
Darsi del TU non è sbagliato. Oggi come oggi nel mondo della creatività (e la fotografia fa parte di quel mondo) rende i contatti a pari livello e quindi fa anche in modo che le risposte ottenute siano più dirette, spontanee e sincere. Sì perché tenere le distanze con il Lei, il Voi o titoli nobiliari attribuiti, genera delle distanze che possono essere controproducenti.
Ovvimanete non significa che dovete subito sbandierare con un bel TU le vostre marachelle notturne e quante volte avete rischiato di non tornare a casa perché siete stati biricchini al party della fashion week.
Se non ve la sentite di partire subito con un TU moderato, anticipatevi con un bel “ti spiace se ci diamo del tu?” di modo che avete anche il controllo del piacere o meno da parte del vostro interlocutore.

Evitate i contatti privati.
Mail personali, numeri di telefono passati sotto banco da amici, tutto quanto non pubblicamente reperibile o fornito dal diretto interessato lo eviterei fossi in voi.
Non fa piacere a tutti mescolare la vita privata con i contatti professionali. Sarà anche questo il motivo per cui un professionista crea il suo profilo facebook e la sua pagina personale no?

Poi al di la del fastidio che può arrecare, non vi fa sembrare professionali inviare via chat o whatsapp una carrettalata i fotografie con un testo e poi chiudere con un “che ne pensi?”.
La risposta potrebbe essere tranquillamente “penso che sei un deficiante!”. E se non vi arriva, siate sicuri che lo stanno pensando.

Il doppio contatto non serve.
È da evitare come la peste il doppio contatto incrociato con giravolta spaziale.
Mail e subito dopo contatto su whatsapp e “ti ho mandato una mail! mi fai sapere?”. Boh!
A cosa serve? Rafforzativo? Un po’ come dire “ma sei di Napoli Napoli?”. Non aiuta di certo, anzi, indispettisce e anche in questo caso avete dato da soli un colpo alla porta che man mano si sta chiudendo.

L’attesa a volte ripaga.
Anche perché andare a ricercare una verifica di lettura non è di certo il modo consono per attendere una risposta.
Molte volte può succere che una vostra mail finisca nello spam, oppure utilizzare canali non appropriati non prevede ricezione di risposta (oppure semplicemente non vogliono rispondervi, anche se questo onestamente lo capisco un po’ meno).
In quel caso, dopo un po’ di tempo (diciamo una settimana?) si può fare un recall, inoltrando la stessa mail. Ecco, magari per evitare qualche dubbio sul fatto che la mail precedente sia finita nello spam, si può rimandare con un altro indirizzo mail, scrivendo semplicemente “Ciao ti ho inviato una mail settimana scorsa e non avendo avuto risposte allora ho pensato che potrebbe essere finita nello spam. Mi sono permesso di rimandartela con quasto altro indirizzo mail……..”.

Conosci il tuo interlocutore.
C’è poi da tenere anche in considerazione le tempistiche effettive del vostro interlocutore, che molte volte non vengono considerate quando inviamo del materiale.
Un famoso detto dice che per vincere una guerra devi conoscere bene il tuo nemico.
Se si tratta di un Photoeditor e ha delle chiusure editoriali, cercate di inviare il materiale quando è probabile che legga il vostro messaggio e non quando è nel bel mezzo del caos editoriale. Anche questo fa di voi delle persone con atteggiamento professionale, anzi, vi qualificano maggiornamente perché conoscete la persona alla quale state scrivendo.

Così come anche curatori. Guardate i loro movimenti. Se sono in viaggio per raggiungere festival, mostre, eventi, oppure stanno lavorando a uscite importanti, il discorso è uguale.
Mandargli una mail con il vostro lavoro il giorno prima dell’inaugurazione del loro evento, secondo voi, che speranze vi da di avere risposte?

Conclusioni
Queste sono le cose più lampanti, quelle alle quali do peso e che tengo a mente quando scrivo per mostrare i miei lavori. Sicuramente mancherà qualcosa o comunque non può essere uno standard da utilizzare sempre con chiunque ma almeno, come anticipato all’inizio, vi stimola a cercare quelle altre piccole cose, quegli accorgimenti che diventano indispensabili per farvi conoscere e vi permettono di far conoscere il vostro lavoro.

Certo il contenuto di questo intervento sembra rivolto solo ad un circuito editoriale. Semplicemente perché mi interfaccio quotidianamente con quel mondo.
Ma si possono applicare gli stessi criteri a tutte le figure alle quale siete interessati ad arrivare.

E poi fatevi conoscere, ma senza essere invadenti. Partecipate ad eventi, andate a festival di fotografia, fate letture portfolio, interagite con il mondo che volete vivere. Seguite i vostri interlocutori, fategli capire che siete interessati alla fotografia (quella vera) e al loro lavoro (quello serio), oltre che pretendere di avere una risposta che non è detto arrivi sempre!

Credetemi, questo atteggiamento alla lunga paga. Sarete ricompensati della vostra professionalità e pazienza. Ovviamente se i vostri lavori fotografici saranno all’altezza.
Ma se non dovessero esserlo, avrete almeno indicazioni su come alzarne il livello.

Mi preme però dire anche che, molte volte, addetti che vengono contattati non si comportano a loro volta in modo professionale e non si mostrano appunto professionisti.
Chiedere è lecito, rispondere è cortesia.
Mettersi nella condizione di rispondere “eh ma io lavoro” anche con il modo di fare, non giova alla loro credibilità.
Non si è mai gli unici a lavorare, come la gara a chi ha più da fare non giova affatto a nessuno e impegnare anche un secondo per rispondere semplicemente “non sono interessato” non limita in quello che si sta facendo, non cambierà drasticamente le sorti la giornata.
E se le richieste di contatto sono elevate è perché, forse, qualcuno se lo è meritato, quindi rispondere è anche un modo per dire GRAZIE!

Ora che ci sono un po’ di indicazioni su come far arrivare i lavori nel modo giusto, si può anche dare riscontro. No?

Buon lavoro a tutti!

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