COSA HA VISTO LA FOTOGRAFIA ITALIANA NEL 2015?


Più si va avanti e più la fotografia diventa un linguaggio articolato, un mezzo, e meno una forma d’arte.

Meglio!

Non ho mai creduto alla fotografia come forma d’espressione artistica, ma questa è un’altra storia.

La fotografia Italia ha visto un anno molto discusso, ma come si dice? “che se parli bene o se parli male, l’importante è che se ne parli”. Ha visto tantissime iniziative e situazioni positive, ma ha visto anche la crescita del riciclo con cose viste e riviste.

Ha visto la solidificazione di un inter scambio tra Associazioni, una vera e propria Rete, che tra un’iniziativa e l’altra ha reso possibile la divulgazione delle iniziative, avvicinare sempre più alla fotografia utenti ed estimatori.

Ha visto Associazioni di settore lavorare per diffondere la cultura fotografica con eventi che hanno avuto un altissimo riscontro (grazie anche a persone che amano il proprio lavoro e la fotografia).

Ha visto Associazioni di categoria lavorare per il diritto d’immagine e per alimentare gli studi di settore mostrando al mondo la realtà che sta vivendo la fotografia professionale.

Ha visto lo sviluppo dei social con i suoi gruppi e la riduzione della popolazione radicata in forum poco produttivi. I Forum non fanno più audience e anche i fotoamatori hanno delle esigenze diverse.

Ha visto nascere gruppi, collettivi e coalizioni che hanno voglia di dire qualcosa e quello che dicono lo vogliono dire con qualità produttiva e non con quantità bulimica. Lo scambio di punti di vista, modi di porsi e comunicazione incrociata aiutano ad essere più incisivi.

Ha visto il riciclarsi dei grandi (fortunatamente non molti) della fotografia che avrebbero potuto sfruttale la loro posizione di vantaggio per diffondere ma che invece hanno solo generato traffico di Byte utili al nulla.

Ha visto la presenza di lavori visti e rivisti, triti e ritriti, giustificati dalla mancanza di qualcosa di nuovo ed accattivante, mentre invece si è trattato solo della paura di mettersi in gioco e di osare.

Ha visto riviste di settore millantare cambiamenti e nuova vita, ma che poi hanno girato e rigirato la stessa solfa. Per non parlare delle nuove riviste di settore che di nuovo hanno avuto solo lo stampatore (forse).

Ha visto colleghi affermarsi in concorsi e pubblicazioni internazionali con somma soddisfazione e che hanno sfatato il luogo comune della mancanza di creatività delle nuove leve.

Ha visto tanto scritto e parlato intorno alla fotografia. La nascita di nuovi canali dove leggere ciò che già si era letto, ma solo perché si sentiva l’esigenza di essere presenti. Come se già non bastasse il grandissimo contenitore di internet e tutto il materiale che ci propone.
Chi ha idea di avere la risposta, sarebbe il caso che si facesse un’analisi interiore. Sono sicuro troverà meno voglia di scrivere ovvietà.

Ha visto tante scuole nascere insieme a tante docenze. La maggior parte delle volta da parte di chi nella fotografia ha trovato una soluzione, dimenticando che “chi sa fare non sempre è detto che sappia anche insegnare”.
Ma anche scuole e servizi che dispensano GRATUITAMENTE lezioni. Ma i quali contenuti sono da equiparare ad una lezione di come sfilettare del salmone da parte di un monco.

Ha visto nascere la nuova frontiera del rendersi vivi. La filosofia del web 3.0: il ”ha rotto il cazzo”. Perché essere contro oggi è molto più figo (e veloce) rispetto al doversi impegnare a comunicare e spiegare.

Ha visto grandi mostre, in grandi luoghi, di grandi autori. Un valore aggiunto che aumenta sempre di più la cultura fotografia e la diffusione del mezzo.

Ha visto attribuire l’appellativo di MAESTRO con la facilità di un barista che serve il caffè al Bar. Fermo restando che l’appellativo di maestro in fotografia è fuori luogo, ma avremo veramente tutti questi “maestri” in Italia?

Ha visto chiudere l’anno con l’utilizzo delle immagini come elemento rafforzativo alle parole, portare la comunicazione visiva in TV ma non con lo scopo di dare lustro alla fotografia (come qualcuno ha pensato), ma solo per dire “oggi si parla per immagini”.

Ora vedrà un countdown verso fuochi d’artificio, brindisi e abbracci. Auguri veri e finti, con l’apertura delle porte ad un nuovo anno.
Sperando che quello che vedrà sarà filtrato da immagini di qualità.
Sta comunque a noi darle una mano.

BUON 2016 A TUTTI!

3 pensieri su “COSA HA VISTO LA FOTOGRAFIA ITALIANA NEL 2015?

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