Sono oramai 10 anni che WORLDPRESS PHOTO all’interno delle sue valutazioni per il premio fotogiornalistico più prestigioso al mondo si chiede quale sia il limite concesso per la manipolazione delle immagini.
Il problema è da assimilare per la credibilità delle immagini (e quindi delle notizie) che vengono diffuse dai media di tutto il mondo.
Già nel 2009 Worldpress Photo ha rivisto le sue regole andando a dare un forte giro di vite su quella che è la “postproduzione invasiva”, lasciando di volta in volta ai giurati di decidere quale potesse essere quel famoso limite da non oltrepassare.
Intanto ha affidato al Dr. David Campbell un progetto di ricerca atto a determinare un limite di batteria tenendo in considerazione un’insieme di parametri sviscerati nello studio.
Il Dr. Campbell (che da aprile 2014 sta lavorando al progetto ricerca) alla consegna ha dichiarato:
“Based on the input of 45 respondents from 15 countries, the research gives us a first global snapshot of how the issues of processing and manipulation are viewed around the media world. It was surprising to me that there was such a clear consensus on the two main issues, namely that material changes to images were prohibited, and that processing should be ‘minor’ rather than ‘extreme’. Of course, that still leaves much to interpretation, but these are two elements that can be built on to help secure the integrity of the image.”
Il rapporto completo è visibile e scaricabile sul sito d Worldpress Photo in formato PDF.
Ora non rimane che usare un po di etica e capire se quei limiti studiati sono oltre passabili. E da chi.