Na abbiamo parlato QUI.
Anche quest’anno il Premio indetto dal Festival della Fotografia Etica ha riscosso un grande successo e le giurie appositamente costituite per l’occasione composte rispettivamente da Aldo Mendichi, Alberto Prina (organizzatori del Festival della Fotografia Etica), Alessia Glaviano (photo editor di Vogue Italia) e Sandro Iovine (Direttore di FPmag) per le categorie Master Award e Spot Light, e dal Gruppo Fotografico Progetto Immagine e Sandro Iovine per la categoria Short Story hanno dovuto visionare e valutare oltre 600 lavori, realizzati da altrettanti fotografi provenienti da 41 nazioni.
Di questi circa 237 si sono candidati per il Master Award, 262 per lo Spot Light Award e 137 per la nuova categoria Short Story Award.
Dopo un lungo e accurato lavoro di selezione, la giuria ha infine deciso all’unanimità di assegnare come di seguito i premi delle tre categorie, subito a seguire troverete le motivazioni della giuria.
MAJID SAEEDI “LIFE IN WAR” per la categoria MASTER AWARD

«La giuria riconosce all’autore la capacità di aver realizzato un affresco della società afgana nelle sue molteplici sfumature, raccontando la quotidianità di un paese che è riuscito a mantenere viva la propria cultura e un barlume di normalità nonostante un conflitto devastante.
I 10 anni di guerra sono raccontati con una profondità di visione e una capacità di empatia che riescono a presentare la complessa realtà afgana nella sua contraddittorietà, che oscilla da una profonda disperazione a un’altrettanto profonda bellezza. Il lavoro supera quindi lo sviluppo classico del racconto reportagistico e diventa la storia per immagini di un’intera civiltà».
ORIOL SEGON TORRA “YOUNG PATRIOTS” per la categoria SPOT LIGHT AWARD

«Immergendoci in un’atmosfera rarefatta e irreale, l’autore racconta il sorgere di pulsioni nazionalistiche in uno stato membro dell’Unione Europea, l’Ungheria. Il reportage, con un’estetica sospesa e un attento uso dei colori, trova un linguaggio nuovo per raccontare la pervasività di un movimento di questo tipo, che arriva a insinuarsi in strati diversi della popolazione fino a coinvolgere le nuove generazioni».
GWENN DUBOURTHOUMIEU “CHILD-WITCHES OF KINSHASA” per la categoria SHORT STORY AWAED

«L’autore ha saputo condensare in cinque scatti la drammatica vicenda delle streghe bambine, che da diversi decenni imperversa per le strade di Kinshasa e del Congo e ha risvegliato l’attenzione degli osservatori umanitari internazionali.
Le immagini restituiscono con efficacia non solo il senso di straniamento e assurdità legato alle pratiche di esorcismo, ma anche l’impotenza e il dolore che i bambini accusati si trovano a dover sopportare.
Questo lavoro intenso e sconcertante è supportato da una forte coerenza formale e ci costringe a soffermarci sulle problematiche sociali che hanno portato al diffondersi di queste credenze nella maggior parte della popolazione civile».
Si ricorda che la premiazione ufficiale dei tre autori, nonché l’assegnazione dei premi in palio, avverrà durante le giornate del Festival. Luogo e data sono ancora in via di definizione, ma verranno comunicati non appena possibile.
E mentre aspettiamo la comunicazione delle date definitive e del programma, ci chiediamo se effettivamente questi lavori, differenti in quanto non presenti in altri Premi Fotogiornalistici (come da regolamento), possono essere diversi, per storia e per presenza violenta all’interno delle stesse.
Il fotogiornalismo può essere solo questo?