L’euforia di partecipare ai concorsi fotografici ha sempre contagiato un po’ tutti (me compreso), ma prima di iscriversi sarebbe opportuno seguire alcune indicazioni, magari date da chi vive quotidianamente la fotografia nel settore delle valutazioni. Leggere attentamente i regolamenti, soprattutto di quelli meno noti, magari ideati da associazioni dietro cui si celano brand, è fondamentale.
L’errore più comune è proprio questo: non leggere con attenzione il regolamento, non valutare la giuria, non essere consapevoli delle condizioni d’uso delle immagini inviate, specialmente per quanto riguarda i diritti d’autore.
Spesso, inoltre, ci si lascia abbagliare da piccoli riconoscimenti che confondono ulteriormente i limiti di utilizzo delle immagini, rischiando di perdere completamente il controllo sulle proprie opere. In alcuni casi, la foto diventa solo un “pregio da curriculum”, senza alcun reale valore aggiunto.
Ma andiamo per gradi.
SELEZIONARE IL CONCORSO
La prima cosa da fare è scegliere con attenzione a quali concorsi partecipare.
È importante mettersi in gioco solo quando i criteri del concorso rispecchiano il proprio linguaggio fotografico. Partecipare compulsivamente a innumerevoli concorsi, magari non attinenti al proprio genere, può generare una dipendenza che, come tutte le dipendenze, non porta da nessuna parte.
È inutile partecipare al World Press Photo se non si ha un lavoro estremamente valido, solo perché qualcuno ha detto che bisogna “mettersi in gioco”. (L’esempio del World Press Photo è solo un modo per enfatizzare il concetto.)
Verificare le edizioni precedenti del concorso e osservare i criteri della giuria e degli organizzatori può aiutare a capire se vale la pena partecipare.
VERIFICARE LE CATEGORIE
Spesso i fotografi si trovano in difficoltà nel collocare il proprio lavoro all’interno delle categorie proposte. Questo accade soprattutto quando le categorie stesse risultano poco chiare o eccessivamente frammentate.
L’esistenza di concorsi con una moltitudine di categorie dovrebbe far scattare un campanello d’allarme. Spesso si tratta di suddivisioni create ad arte per raccogliere un maggior numero di partecipanti e avere un bacino di immagini più ampio per un eventuale utilizzo futuro.
LA GIURIA
Un passaggio che molti trascurano: chi valuterà le immagini?
Non mi fido dei concorsi che non dichiarano chiaramente la giuria o che la presentano con slogan vaghi del tipo “le immagini saranno valutate dai migliori selezionatori della galassia”.
Dimmi i nomi!
Valutare la giuria non serve solo a stimarne la competenza, ma anche a capire a chi stiamo affidando le nostre immagini.
Un ritratto valutato da un esperto in cucina macrobiotica potrebbe essere giudicato solo in base a un gusto personale. Spesso, infatti, le giurie non sono composte esclusivamente da esperti del settore fotografico, ma da nomi altisonanti scelti per attirare pubblico.
LEGGERE ATTENTAMENTE IL REGOLAMENTO
Uno degli aspetti più importanti.
Personalmente, io andrei dritto alla sezione relativa ai diritti d’uso e all’utilizzo delle immagini.
Molti concorsi sono specchietti per le allodole: attraggono con premi e visibilità, ma in realtà servono a rimpinguare banche dati di immagini destinate a essere usate da brand, case editrici e organizzatori di eventi, spesso senza alcun compenso per gli autori.
Quando leggo di colleghi entusiasti per aver avuto una foto selezionata per un libro senza ricevere compenso, mi vengono i brividi. Se nei regolamenti si legge che l’ente organizzatore è autorizzato a usare l’immagine per scopi promozionali, il “tranello” è evidente.
Occhio alla perdita dei diritti sulle immagini. In un attimo si rischia di perdere scatti preziosi solo per 15 minuti di notorietà che, nella maggior parte dei casi, non portano a nulla.
VALUTARE I PREMI
Il premio non è necessariamente il motivo principale per partecipare, ma deve essere analizzato con attenzione, perché spesso nasconde delle insidie.
“Primo Premio – Inserimento dell’immagine in un libro… bla bla bla…”
“Primo Premio – Pubblicazione dell’immagine su… bla bla bla…”
Sono tutte situazioni che dovrebbero far suonare un campanello d’allarme. Normalmente, queste dovrebbero essere opportunità retribuite, non “premi” per cui si cede un’immagine gratuitamente.
In parole povere: usano le vostre foto, ottenute gratuitamente grazie al concorso, per lucrarci.
LE MENSIONI D’ONORE – UNA ILLUSIONE
Un altro elemento da valutare è il sistema delle menzioni.
Un tempo, la menzione d’onore era riservata ai lavori che sfioravano la vittoria, assegnata con parsimonia, quando c’era era solo una. Oggi, molti concorsi ne dispensano a decine, spesso alla stessa persona.
Questa strategia serve solo a invogliare i partecipanti a iscriversi nuovamente l’anno successivo, oltre che fare una politica di comunicazione dove ogni partecipante a cui viene data muove un certo numero di post e comunicazioni.
CONCLUSIONE
Partecipare a un concorso significa mettersi in discussione.
Prima di inviare le vostre immagini, valutate bene il concorso, le categorie, il tema, il regolamento, la giuria e i premi.
Non fatevi abbagliare dalla promessa di visibilità: potreste ritrovarvi a far guadagnare qualcun altro sulle vostre spalle o, nel peggiore dei casi, perdere il controllo di un’immagine che vi appartiene.




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