Molte volte, nei miei articoli, ho scritto delle leggi in materia di fotografia oppure ho suggerito libri per chi volesse approfondire la materia. Se non altro perché, in quanto fotografi, un minimo bisogna conoscerla.

Tuttavia, non ho mai affrontato il tema della distinzione tra fotografia semplice e fotografia artistica (ammesso che questa distinzione sia così netta). Nel mondo della fotografia, infatti, esiste una linea sottile, a volte sfumata, tra ciò che definiamo “semplice” e “artistico”. Mentre questa differenza potrebbe sembrare una questione puramente estetica o concettuale, ha invece implicazioni importanti anche sul piano legislativo.

Tradotto: è la legge che impone certe divisioni.

Per capire meglio come la legge distingue tra fotografia semplice e artistica, cerchiamo di fare chiarezza.

Quando una fotografia è semplice?

Secondo la normativa italiana, le “fotografie semplici” sono immagini prive di carattere creativo, consistenti in una mera riproduzione della realtà o realizzate nell’ambito di un lavoro puramente tecnico o collaborativo. Pensiamo, ad esempio, a una foto scattata con il cellulare, a una fotografia tecnica o a un’immagine realizzata per scopi funzionali: scatti che nascono più per necessità pratica che per una ricerca artistica o espressiva.

In Italia, queste immagini rientrano nella categoria delle fotografie comuni, protette dal diritto d’autore in modo limitato. Secondo l’art. 87 della Legge sul Diritto d’Autore (LDA), una fotografia semplice riceve una tutela che dura 20 anni dalla data di produzione, a patto che sia indicato il nome dell’autore e l’anno di realizzazione. È una protezione più simile a quella accordata a un lavoro tecnico che a una vera opera d’ingegno.

Quando una fotografia diventa artistica?

La fotografia artistica, invece, è qualcosa di più. È il risultato di una visione personale, di una ricerca estetica, concettuale o narrativa che porta la firma autoriale del fotografo, sia in senso legale che stilistico. Secondo la legislazione italiana, le fotografie artistiche rientrano nella categoria delle opere dell’ingegno.

Questa distinzione non è solo formale: ha conseguenze rilevanti. Le opere dell’ingegno godono di una tutela ben più ampia rispetto alle fotografie semplici. Ai sensi dell’art. 2 della LDA, le fotografie artistiche sono protette per 70 anni dalla morte dell’autore, garantendo non solo diritti economici, ma anche diritti morali, come il riconoscimento dell’autorialità.

Come si stabilisce la differenza?

Stabilire se una fotografia sia semplice o artistica non è sempre immediato. La giurisprudenza italiana ha affrontato questa questione diverse volte, evidenziando alcuni criteri fondamentali:

Originalità e creatività: una fotografia è artistica quando dimostra un livello di creatività che va oltre la semplice riproduzione della realtà.

Scelte consapevoli dell’autore: composizione, luce, prospettiva e post-produzione sono elementi che possono elevare uno scatto al rango di opera d’arte.

Impatto estetico o concettuale: un’immagine che evoca emozioni, stimola riflessioni o si presta a interpretazioni complesse è più probabile che venga considerata artistica.

Le implicazioni per i fotografi

Questa distinzione non è solo accademica o legale: ha un impatto concreto sul lavoro di ogni fotografo. Ad esempio, se vendi o esponi le tue immagini, il loro status – semplice o artistico – può influenzare i tuoi diritti e le tutele legali. Nel caso di contestazioni, come l’uso non autorizzato di una tua fotografia, la classificazione può determinare la portata della protezione. In sostanza, conoscere questa distinzione aiuta a tutelare non solo i soggetti fotografati, ma anche il fotografo stesso.

Un caso emblematico è quello delle fotografie di moda o pubblicitarie. Sebbene spesso abbiano un alto valore estetico, non tutte rientrano automaticamente nella categoria artistica. Molto dipende dalla capacità di dimostrare che il fotografo abbia aggiunto un contributo creativo e non si sia limitato a seguire direttive tecniche. Immaginiamo, ad esempio, uno scatto pubblicitario: se l’autore ha progettato un’illuminazione complessa o una composizione narrativa, il lavoro potrebbe essere considerato artistico; diversamente, una semplice foto del prodotto su fondo bianco no.

Cosa significa per noi fotografi?

La distinzione tra semplice e artistico non dovrebbe essere vista come un limite, ma come un’occasione per riflettere. È un invito a chiederci cosa vogliamo trasmettere con le nostre immagini e, soprattutto, come possiamo proteggerle.

Da un lato, possiamo scattare liberamente, senza preoccuparci troppo di categorie o definizioni. Dall’altro, quando aspiriamo a un livello più alto, quando vogliamo che le nostre immagini parlino di noi, dobbiamo essere consapevoli che esistono strumenti legali per tutelare questa visione.

Alla fine, la vera domanda non è se una foto sia semplice o artistica, ma cosa vogliamo raccontare al mondo con i nostri scatti. E questa, né la legge né le categorie, può decidere per noi.


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