Credo che si tratti della Fine. Non tanto dell’arte, perché in quel caso si aprirebbe un altro filone sul quale discutere: la questione se la fotografia sia arte, una forma d’arte, un’arte visiva o una forma d’arte visiva. I momenti, il momento decisivo di Cartier-Bresson, l’immediatezza dell’atto: tutti concetti che si vanno a perdere se la forma prende il sopravvento sul contenuto.
Di cosa sto parlando?
Di recente, mentre discutevo sulla fotografia in generale e sulla deriva che l’informazione sta prendendo, trasformandosi in disinformazione, mi sono imbattuto in un video su Instagram che parlava di Street Fine Art. Questa declinazione viene identificata come una sorta di corrente espressiva, un concetto che suscita domande. Almeno a me le suscita.
Ho cercato e trovato questa definizione:
“Una fotografia di strada fine art racconta la storia dell’artista e non solo la storia dei soggetti che l’autore presenta. Si basa sull’esperienza dell’artista tanto quanto sul suo soggetto, se non di più.”
Questo mi ha fatto riflettere. Perché poi continuando a leggere ho trovato come approfondimento:
“La Fine Art Street Photography non riguarda solo il soggetto, non riguarda solo la scena, non riguarda solo il momento e come combinare tutto questo per creare un’immagine avvincente che racconterà una storia. La Fine Art Street Photography va oltre e interpreta la scena, la adatta non solo catturando l’immagine ma anche attraverso il modo in cui viene elaborata, la adatta alla visione e all’intenzione dell’artista. Vista in questo modo, la street photography può darci un modo di interpretazione totalmente nuovo, molta più libertà e permetterci di aggiungere un tocco personale alla storia.”
Ma questo non è già ciò che fa un fotografo? Catturare un momento e raccontare una storia personale è parte della fotografia di strada”. Aggiungere un “tocco personale” alla storia sembra una tautologia. Ogni fotografo già porta la propria visione; allora, cos’è di nuovo in questa “fine art street photography”?
Forse si tratta di un tentativo di nobilitare l’estetica a scapito della narrazione, trasformando la fotografia in un esercizio di stile piuttosto che un medium per raccontare storie umane.
Con la crescente diffusione dell’AI, ho deciso di mettere alla prova ChatGPT e vedere se effettivamente l’interazione con la macchina ha un senso. Ho chiesto:
“Ho letto che c’è una nuova declinazione della street photography chiamata ‘street fine art’. Di cosa si tratta?”
La risposta è stata interessante:

Al che ho voluto spingere oltre, mettere veramente alla prova l’Ai, anche un po’ provocarla e ho chiesto:
“E se ti dicessi che questa declinazione, per quanto spiegata, in fotografia non vuol dire assolutamente nulla?”

A questo punto, non posso che concordare con quanto emerso dalla discussione con l’AI. È più utile concentrarsi sul contenuto e sull’essenza della fotografia, piuttosto che sulle etichette che possono confondere più che chiarire.
In conclusione, la Fine Art Street Photography sembra rappresentare un tentativo di trovare un’etichetta per qualcosa che già esiste: la capacità della fotografia di strada di raccontare storie attraverso l’occhio e l’intento del fotografo. È fondamentale ricordare che la vera bellezza della fotografia risiede nella sua capacità di connettere le persone, raccontare le loro storie e catturare l’umanità in tutte le sue sfaccettature.
Buona fotografia a tutti.
P.S. l’immagine di copertina dell’articolo è stata creata (su mia richiesta) da ChatGPT





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