
Giovanni aveva la facoltà di portare all’ordine il disordine fotografico. Quel disordine che regna per mano di chi si arroga il diritto di dire cosa è o cosa non è giusto, quel disordine che si genera ogni volta che qualcosa viene modificato all’interno di un finto equilibrio andante. Il cambio di formato, l’analogico che lascia spazio al digitale, oggi l’intelligenza artificiale, ma sono solo una piccola e minima parte di variazioni sul tema.
Forse una di quelle annose che imperversa più del digitale vs analogico rimane quello della verità. Quanto una fotografia menta o dica la verità. Quanto una fotografia mostri e non dimostri (NdR Ferdinando Scianna).
Le sue parole riecheggiano nelle orecchie ogni volta che qualcosa tocca un tasto ben preciso, come se da oracolo, senza che nessuno lo chiedesse, riuscisse a dare un orientamento al pensiero e alla visione. Insegnamenti che tutti in qualche modo dovrebbero seguire.
Tra le tante parole scritte e dette, registrate in video, una su tutte mi torna in mente spesso e altrettanto spesso vedo e rivedo questa video intervista come se dovesse ognI volta darmi un valore nuovo e indirizzarmi verso una strada, che non è un insegnamento così come lo si può immaginare, ma sono quelle parole che poi nel momento giusto riaffiorano come un pesce che risale a galla per prendere aria, per poi immergersi nuovamente nei fondali.
Vi lascio alle sue parole, voi fatene quello che ritenete opportuno.
Io vi dico di farne tesoro.
Foto di copertina articolo Francesco Bertola.
Foto apertura articolo Angelo Ferrillo.




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